La storia di Maddalena inizia lontano, in Cina, ed è una storia fatta di piccole grandi conquiste, come andare a scuola, in bicicletta o nuotare. E con lei, sempre, mamma Valeria.
Maddalena ha undici anni. Una bimba sensibile, dal vissuto già intenso, e un mondo interiore che esprime con emozioni e sguardi, e con quel suo lessico personale compromesso da un disturbo nel linguaggio, ma destinato a chi vuole capirla. La storia di Maddalena inizia lontano, in Cina, paese che custodisce le sue origini. Subito dopo la nascita è stata abbandonata e affidata ad un istituto.
Intanto, dall’altra parte del mondo, in Italia, una giovane coppia, Valeria e suo marito Marco, ricevevano l’esito della loro infertilità e dell’impedimento ad avere figli. Non vogliono rinunciare a essere una famiglia, e si candidano per l’adozione, rendendosi disponibili ad adottare bambini con lievi problemi fisici.
Nel 2010, diventano i genitori di Daniele, un bimbo cinese con una malformazione intestinale grave che, fortunatamente, a seguito di diversi interventi chirurgici si è finalmente e risolta. Dopo aver adottato il primo bambino, Valeria e Marco decidono di rendersi di nuovo disponibili all’adozione, sempre in Cina, ed è così che nella loro vita arriva Maddalena, una bimba di quasi due anni che tende loro le braccia e li rende genitori per la seconda volta.
Maddalena presenta una palatoschisi, che richiederà una operazione chirurgica al palato. Una volta in ospedale per l’intervento, però, dopo opportuni approfondimenti e un’indagine genetica, i medici comunicano a Valeria e Marco una diagnosi ben più complessa: la bambina è affetta dalla sindrome Kabuki (KS), una malattia rara caratterizzata da anomalie congenite multiple con facies tipica, anomalie scheletriche, disabilità cognitiva lieve-moderata e deficit della crescita che conduce ad una mancanza di autonomia.
Sebbene la diagnosi sia disarmante, mamma Valeria sa quanto è stato importante arrivarci, perché questo le ha permesso di rivolgersi all’A.I.S.K Onlus (Associazione italiana sindrome Kabuki) e avere attorno a sé una rete che l’ha sostenuta e con cui condivide difficoltà e successi.
La diagnosi è stata possibile anche grazie al lavoro incessante che Fondazione Telethon porta avanti sulle biobanche, per garantire una possibilità di indagine a tutti quei bambini che, come nel caso di Maddalena, non hanno la possibilità di accedere a test genetici sui genitori naturali.
«Sarà grazie a Telethon - dice Valeria - che un giorno qualche genitore si sentirà dire “suo figlio è nato con la sindrome Kabuki, ma se prende questa terapia o fa questa dieta la sua vita sarà normale"».
Le conquiste di Maddalena
“Conquiste” è la parola chiave. Marco e Valeria vogliono vedere la loro figlia crescere, e non si arrendono. Riprogrammano la loro vita in funzione dei bisogni di Maddalena e fanno di tutto per rendere la bimba il più autonoma possibile.
«Maddi è un fiore raro - racconta Valeria - e per me è il fiore di loto che rappresenta l’umiltà e la tenacia. Nasce dal fondo del fango, ma riesce a emergere in superficie e sbocciare». Sebbene Maddalena abbia difficoltà nella motricità fine - non tiene bene la penna, non si sa abbottonare i vestiti, non riesce a scrivere e ha difficoltà nel linguaggio - i suoi genitori rispondono creandole degli stimoli offerti dalla logopedia, dall’ippoterapia e dalla psicomotricità. E nonostante la bimba abbia un soffio al cuore, otiti ricorrenti, e deficit del sistema immunitario, la spronano a realizzare con un pizzico di audacia ogni suo desiderio.
«È spronandola così, facendole capire che io credo in lei, che ha imparato anche ad andare in bicicletta, ed è stata una conquista enorme che l’ha resa radiosa per settimane».
Grazie a Maddalena, Valeria ha ritrovato la gioia di meravigliarsi davanti ai traguardi spesso insperati che la vita riesce a regalare, e nel 2017, inaspettatamente, arriva per lei una gravidanza insorta spontaneamente. Diventa mamma per la terza volta, e in famiglia arriva anche Simone, il piccolo di casa, che ha reso le giornate ancora più vivaci.
Oggi Maddalena frequenta la scuola a tempo pieno, un ambiente speciale in cui si respira il magico mondo dell’inclusione, ed ha un meraviglioso rapporto con i suoi compagni di classe.
Ma oltre alla scuola, a riempire il suo mondo ci sono gli scout, e una grande passione: «Tutto è iniziato perché a scuola, una delle attività proposte e che lei amava fare era quella di coltivare un orto. Così abbiamo deciso di cambiare casa, trasferirci in una casa col giardino, e crearle il suo piccolo orto, che oggi è diventato per lei una vera e propria passione».